Employer Branding e Generazione Z

Come le aziende possono attrarre i giovani talenti


Il mondo del lavoro si trova ad affrontare sempre più nuove sfide socio-culturali. La pandemia ha generato un senso di incertezza nei lavoratori, oggi molti tendono a dare una maggiore importanza alla possibilità di gestire e bilanciare la vita privata e quella lavorativa e il lavoro non è più così centrale; in particolar modo, ciò è rilevante nella fascia di età dei lavoratori più giovani. In un mercato del lavoro sempre più dinamico è fondamentale per le aziende dare valore e ascolto alle persone, soprattutto ai giovani, che rappresentano ormai una componente centrale e imprescindibile.

Secondo il World Economic Forum la Generazione Z, ovvero chi è nato tra il 1996 e il 2010, rappresenterà il 27% dei lavoratori nei paesi dell’OCSE (l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che conta attualmente 36 paesi membri) entro il 2025 e nel 2030 le generazioni Y e Z rappresenteranno il 75% della forza lavoro.

Oggi i giovani non cercano semplicemente un impiego, ma ambiscono a carriere che siano affini alle proprie inclinazioni sociali e ai propri valori, che abbiano un impatto positivo sulla comunità in cui si trovano e permettano di avere un equilibrio tra vita privata e lavoro. Non sono disposti a scendere a compromessi per un posto di lavoro che non rispecchia i propri valori.

CHI SONO I GEN Z
La Generazione Z racchiude coloro che sono nati tra la seconda metà degli anni ‘90 e la fine degli anni 2000. Essi vengono comunemente chiamati “nativi digitali”, per il fatto di essere nati e cresciuti con la tecnologia e con i social media e si trovano quindi a essere costantemente connessi, avendo accesso immediato a qualsiasi tipo di informazione e comunicazione. Questo gli ha permesso però di essere molto abili e affini all’uso della tecnologia, sapendosi destreggiare molto meglio delle generazioni precedenti in questo mondo digitale. 

I giovani appartenenti alla Gen Z sono inoltre molto sensibili alle questioni sociali e ambientali. Essi scelgono aziende che siano davvero impegnate nella responsabilità sociale e nella sostenibilità; imprese che diano un’immagine autentica di sé stesse e delle loro azioni e soprattutto che dimostrino coerenza e trasparenza tra ciò che dichiarano e ciò che effettivamente mettono in pratica. 

Un altro aspetto molto importante per i giovani lavoratori è l’equilibrio tra la professione e la vita personale. Preferiscono imprese che diano attenzione e rilevanza al benessere e alla qualità della vita, offrendo azioni di welfare aziendale, flessibilità lavorativa, come il lavoro da remoto o orari flessibili.
Secondo una ricerca condotta da E&Y, più della metà del campione intervistato (57%) preferisce un posto di lavoro che offra la possibilità di concedersi del tempo per coltivare passioni e interessi personali. Questa preferenza per una maggiore flessibilità negli orari e più tempo libero non è da interpretare come meno voglia di lavorare, ma come una nuova idea di lavoro che pone l’individuo e la sua qualità della vita al centro

In questo scenario lavorativo l’Employer Branding emerge come una strategia fondamentale da adottare da parte delle aziende. Tale termine indica “le azioni attuate dalle organizzazioni con lo scopo di promuovere l’immagine aziendale sul mercato interno ed esterno del lavoro, al fine di trattenere l’alto potenziale umano presente in azienda e ingaggiare il capitale umano più valido ancora in circolazione”.
L’Employer Branding è quindi la capacità di un’impresa di costruire una reputazione positiva e un legame di lealtà e fiducia coi propri e potenziali dipendenti, comunicando i propri valori, la propria mission e la propria vision con l’obiettivo di attrarre nuovi talenti. Un dipendente che si trova bene e ha una buona opinione del posto in cui lavora sarà meno propenso a lasciarlo e l’ottima reputazione dell’azienda permetterà a essa di attrarre più facilmente nuovi talenti. Se ben messo in atto, infatti l’Employer Branding, permette di ridurre il turnover e di attirare nuovi candidati qualificati duranti i processi di recruiting e di selezione.
Oggi più che mai, l’Employer Branding rappresenta un elemento chiave nell’attrarre e trattenere i giovani talenti. Un buon equilibrio tra vita privata e lavoro, valori aziendali solidi, responsabilità sociale e trasparenza, possibilità di avanzamento, uso delle tecnologie sono elementi decisivi nelle scelte di carriera delle nuove generazioni. Le aziende che hanno fatto propri questi valori, non solo sono in grado di attrarre i talenti più brillanti, ma costruiscono anche una reputazione forte e durevole nel mercato del lavoro.

I dati, infine, ci confermano quanto appena detto. Secondo l’Employer Brand Research 2024 di Randstad, uno studio rappresentativo dell’employer brand basato sulle percezioni del pubblico generale, infatti, i potenziali dipendenti italiani, tra i 18 e i 24 anni, cercano principalmente un equilibrio tra lavoro e vita privata (64%), un’atmosfera di lavoro piacevole (61%), equità (59%), progressione di carriera (58%), retribuzione e benefit (55%), e sicurezza del posto di lavoro (53%).

COSA POSSONO FARE LE AZIENDE 
Innanzitutto, è fondamentale che le imprese creino un ambiente di lavoro inclusivo e aperto, dove i dipendenti possano sentirsi ascoltati e valorizzati appieno (ad esempio, attraverso l’implementazione di canali di comunicazione interna che permettano una facile interazione tra lavoratori e azienda).

Come già citato, altro aspetto fondamentale per la Gen Z è la flessibilità lavorativa. Offrire opzioni come il lavoro da remoto e orari flessibili può aiutare a soddisfare il desiderio della Generazione Z di trovare un equilibrio tra la vita lavorativa e personale. Le aziende, inoltre, devono anche essere trasparenti e dimostrare un impegno concreto e coerente verso la sostenibilità e la responsabilità sociale per la grande sensibilità dei giovani su queste tematiche.

È cruciale investire in programmi di sviluppo professionale che offrano percorsi e opportunità di carriera e crescita continua. La Gen Z è attratta da ambienti di lavoro di questo tipo, perché ambisce ad ottenere nuove competenze e avanzare a livello professionale.

Le organizzazioni devono anche saper fare uso della tecnologia in modo efficace, visto l’utilizzo quotidiano di strumenti digitali all’avanguardia da parte dei giovani. L'adozione di software di collaborazione, piattaforme di gestione del lavoro e altre soluzioni digitali può migliorare l'efficienza e rendere l'ambiente di lavoro più attraente per i giovani talenti.
Infine, è fondamentale che le imprese promuovano una cultura aziendale che valorizzi la diversità e l'inclusione. Questo può essere ottenuto attraverso l’adozione di politiche che promuovano le pari opportunità per tutti i dipendenti.

Per attrarre e trattenere i talenti più giovani e ottenere un vantaggio competitivo sul mercato del lavoro, le aziende devono dimostrare di essere non solo luoghi di lavoro, ma ambienti dove i valori dei giovani lavoratori possano trovare terreno fertile e dove possano contribuire a costruire un futuro migliore per tutti

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