La COP28 si è recentemente conclusa a Dubai portando con sé un mix di speranze, sfide e obiettivi ambiziosi. Con il cambiamento climatico che continua a minacciare il nostro pianeta e le scadenze degli obiettivi sempre più vicine, queste conferenze acquistano un’importanza sempre più evidente.
Uno dei principali risultati della COP28 è stata l'adozione di obiettivi più ambiziosi per affrontare il cambiamento climatico. I rappresentanti di numerosi Paesi hanno riconosciuto l'urgenza di agire. Storicamente rilevante è stato il riferimento diretto all’allontanamento dai combustibili fossili per quanto riguarda i sistemi energetici. Questo riferimento è un segnale che, per quanto piccolo, rappresenta una presa di posizione e di un inizio di allontanamento dai combustibili fossili. È la dimostrazione di un’apertura da parte dei governi verso le richieste fatte dai cittadini attraverso le proteste ambientaliste e non solo.
Ciò che bisogna chiedersi è quanto questo sarà impattante nel raggiungimento degli obiettivi: è un segnale arrivato troppo lentamente? È concreto?
Di fatto, le conclusioni della COP28 sono state molto discusse in questi giorni. Nonostante le “buone intenzioni”, il testo conclusivo del Global Stocktake evidenzia ancora molta libertà lasciata all’industria dei combustibili fossili. Di conseguenza, non ci saranno grandi difficoltà o imposizioni che impediranno alle lobby di continuare ad operare senza modifiche.
Un altro punto chiave riguarda l'impegno finanziario nei confronti dei paesi in via di sviluppo. Riconoscendo che molte nazioni più povere sono particolarmente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico, è stata sottolineata l'importanza di fornire sostegno finanziario per aiutarle ad adattarsi e mitigare gli impatti. Nella discussione è stata inclusa la creazione di un fondo adeguato e trasparente che garantisca un efficace utilizzo delle risorse.
Questo evento ha fatto discutere non solo per le sue conclusioni, ma anche per il paese in cui è stato ospitato. Gli Emirati Arabi Uniti non sono un simbolo di sostenibilità, a causa della loro produzione di combustibili fossili e alle loro politiche interne che non rappresentano le idee di sostenibilità sociale che si richiedono sempre di più dalla società contemporanea. Similare sarà il contesto della COP29, ospitata in Azerbaigian. Questa ipocrisia d’organizzazione danneggia lo scopo ultimo delle conferenze?
La COP28 ha segnato un passo importante nella lotta contro il cambiamento climatico. L'impegno globale per affrontare le sfide ambientali è cresciuto, ma rimane un cammino lungo e difficile.
Inoltre, queste conferenze dovrebbero seriamente rappresentare l’argomento e gli obiettivi perseguiti, sia dai vertici sia dal contesto in cui vengono svolte, facendosi promotori di sostenibilità ambientale e garanzia dei diritti umani.
In conclusione, la priorità di tutte queste conferenze dovrebbe essere non solo la stipulazione di nuovi obiettivi, ma la realizzazione concreta di essi.
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