Sostenibilità e sconti

Gli effetti del Black Friday sull'ambiente


Questa settimana i social media e le email si riempiranno di promozioni pubblicizzate come sconti del Black Friday.

Nata come tradizione americana, il venerdì dopo il ringraziamento i commercianti offrono sconti, spesso anche molto elevati, per vendere i prodotti delle scorte pre-natalizie e prepararsi al mese di Dicembre. Da qualche anno il fenomeno si è diffuso in tutto il mondo, capitanato da Amazon e quasi tutte le attività commerciali hanno aderito al Black Friday, dando ufficialmente il via allo shopping per i regali di Natale e allungando il periodo di sconti al weekend ed oltre.

Ma quali sono le conseguenze ambientali nascoste dietro a vetrine decorate e sconti allettanti?

Il Black Friday spinge le aziende ad aumentare la produzione delle merci per soddisfare la domanda crescente di consumatori alla ricerca di affari convenienti. La produzione intensiva richiede energia, acqua e materiali, contribuendo all'esaurimento delle risorse naturali e all'inquinamento ambientale.

A causa della pandemia abbiamo assistito ad un incremento esponenziale dello shopping online. È vero che comprare online riduce i costi delle vendite in negozio, ma è altrettanto vero che è causa di un aumento della carbon footprint su tutto il ciclo di vita del prodotto. Durante la settimana del Black Friday, e quella successiva, c'è un grosso aumento delle emissioni dei trasporti (stradali, aerei e marittimi) dei prodotti, dei costi e consumi per mantenere funzionanti i magazzini ad un ritmo superiore rispetto alla norma, e aumentano anche i costi di smaltimento del packaging a causa delle scatole aggiuntive necessarie per la consegna.
Nel 2022 è stato stimato che sarebbero state emessi 1.2 milioni di CO2 nella settimana del Black Friday facendo aumentare le emissioni abituali del 94%.
Un aumento significativo causato dal sentimento consumeristico diffuso nella società contemporanea e forse dovuto anche ad un aumento dei costi della vita che rendono sconti e promozioni ancora più attraenti agli occhi dei consumatori.
In relazione ai trasporti e alla consegne, gli esperti parlano della "Last Mile Perspective": come suggerisce il nome, riguarda la fase dell’ultimo miglio, l’ultimo passaggio della consegna, dal centro distribuzione al punto finale, spesso rappresentato dal consumatore. Con l’aumento delle consegne a domicilio, la gestione dell’ultimo miglio diventa sempre più rilevante nelle strategie aziendali, poiché riguarda l’efficienza logistica, l’esperienza del cliente, l’aumento della complessità urbana e ovviamente la sostenibilità. Per rispondere a queste complessità le aziende stanno introducendo tecnologie innovative, come l’uso dei droni, veicoli elettrici ed autonomi.

Un’altra conseguenza di questo periodo è l’acquisto impulsivo di prodotti non necessari, che diventano indesiderati in poco tempo o che vanno a sostituire prodotti ancora funzionanti, portando all’aumento della creazione di rifiuti e alla necessità di smaltimento dei materiali. È stato stimato che solo negli Stati Uniti, nelle settimane tra il Ringraziamento e Capodanno si producano il 25% di rifiuti in più. Se queste quantità vengono pensate in termini globali, è immediato capire l’importanza delle conseguenze ambientali di questo periodo sulle risorse del pianeta.
A livello etico, il Black Friday riflette e rafforza una cultura del consumismo che incoraggia l'acquisto compulsivo e il possesso di beni materiali. Questo atteggiamento contribuisce a uno stile di vita "usa e getta"

che va a discapito della sostenibilità ambientale. Promuovere una mentalità orientata al consumo senza pensare alle conseguenze ambientali può avere impatti duraturi sulla salute del nostro pianeta.

In conclusione, il Black Friday può diventare un momento di riflessione sulle tendenze materialistiche della nostra società.
D’altro canto, è necessario menzionare il fatto che i consumatori stanno sviluppando sempre di più una consapevolezza sostenibile riguardante gli acquisti. C’è un aumento di richiesta di prodotti più qualitativi e che durino a lungo, anche a fronte di una maggiore spesa economica. I giovani si stanno avvicinando molto alla pratica del “thrifting”, quindi oggetti ed abiti di seconda mano e vintage. Infine, si inizia a vedere una spinta proveniente dalle aziende più sostenibili, come Patagonia, verso la riparazione e il restauro degli oggetti e riflessioni più approfondite sul concetto di economia circolare.

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